All’Elfo Puccini MilanOltre prosegue il suo festival dedicato ai vecchi e nuovi fermenti della danza contemporanea, con un “focus” su Frédéric Flamand, coreografo ma anche architetto che ha sempre guardato alla danza con l’idea di abbattere le barriere del linguaggio tecnico e incoraggiare invece il dialogo tra la danza classica e la danza contemporanea. Flamand presenta il 5 e il 6 ottobre alle ore 20 il suo ultimo lavoro ititolato "Orphèe &Eurydice" creato per i danzatori del "Ballet National de Marseille".
Non a caso infatti oltre dieci anni ha lavorato concentrando la sua attenzione sul rapporto tra danza e architettura, collaborando con gli architetti più noti. Tale prospettiva multidisciplinare del suo lavoro gli è valsa la direzione nel 2003, del Settore Danza della Biennale di Venezia, oltre alla direzione di un workshop presso il corso di laurea di arte e design dell’Università di Architettura sempre a Venezia.
Attualmente Flamand dirige il Ballet National de Marseille dal 2004 dopo aver seguito per circa 15 anni Charleroi/Danses – Centre Chorégraphique de la Communauté francaise de Belgique. Insieme a William Forsythe, Wayne Mc Gregor e Angelin Preljocaj ha diretto fino al 2009 il programma di formazione D.A.N.C.E. E’ stato inoltre nominato direttore artistico del Festival Internazionale di Danza di Cannes per le edizioni 2011 e 2013. Insomma una grande esperienza che lo ha portato a collaborare con alcune delle compagnie più interessanti della scena internazionale.
Una danza dunque, quella di Flamand, che abbatte le barriere tra danza classica e danza contemporanea.
La compagnia francese del Balletto di Mrasiglia che è stata fondata nel 1972 da Roland Petit, torna dunque in Italia per portare sul palcoscenico della Sala Shakespeare del Teatro dell’Elfo Orfeo e Euridice. La storia romantica racconta l’interminabile pianto di Orfeo per la morte dell’amata sposa Euridice quando Amore, inviato da Giove, gli propone di discendere agli inferi per riportarla con sé alla vita a condizione che lui non le rivolga lo sguardo finché non saranno ritornati in questo mondo. Un tema eterno che ha, da sempre, ispirato la composizione di opere, circa una ventina ad oggi.
La versione musicale scelta da Frédéric Flamand si colloca temporalmente tra l’Orfeo sublime di Monteverdi e l’esilarante Orfeo all’Inferno di Offenbach. Una dimensione mistica descritta al meglio dal lavoro del coreografo che per la prima volta ha accettato di mettere in scena un’opera creata congiuntamente all’artista belga Hans Op de Beek, famoso in tutto il mondo per la sua arte visiva e che in questo caso cura anche le immagini e i costumi.
La dimensione mitica è stata la fonte di maggiore ispirazione per Frederic Flamand che si è misurato per la prima volta con l’allestimento di un’opera. La storia è nota:Orfeo sta piangendo per la morte della sua Euridice quando Amore, inviato da Giove, gli propone di andarla a cercare negli Inferi a condizione di pacificare le Furie con il suo canto, di non guardare la sua amata né di rivolgerle la parola per giustificare il suo agire.
Concepita come opera d’arte totale nella quale la danza si fonde con la musica, il teatro e la lirica, Flamand scopre in questo lavoro lo spirito barocco delle sue origini, tornando alla sua anima. La critica internazionale ha definito “Orfeo e Euridice” il più bel lavoro di Flamand ad oggi. Oltre alla mitologia il balletto rievoca la fragilità della condizione umana e il regista ci immerge in una metropoli immaginaria abitata da ragazze lavoratrici e commercianti in candidi costumi.
Fondato nel 1972 da Roland Petit, il Ballet National de Marseille fa parte delle grandi compagnie di fama internazionale. Nel 2004 la Direzione Generale del Balletto e dell’École Nationale Supérieure de Danse viene assegnata a Frédéric Flamand, nominato dal Ministero della Cultura e della Comunicazione, dalla Città di Marseille e dalla Regione Provence-Alpes-Cote d’Azur. Il Balletto inizia, quindi, a muovere la propria attività verso una concreta apertura di spirito che va oltre la tradizionale divisione tra danza classica e danza contemporanea. La memoria, ovvero la conferma della vocazione classica, l’apertura, ovvero la presentazione di un largo panorama di danza contemporanea sollecitando nuove creazioni, e l’innovazione, che punta l’attenzione al dialogo tra le differenti tecniche di danza, caratterizzano le creazioni di Flamand. Tre strade dunque, ma che vanno in un’unica direzione, ovvero l’abbattimento delle barriere. La danza, che scende dalla sua torre d’avorio, si integra in un sistema di intrecci che nascono dalla relazione di quest’ultima con le varie discipline artistiche, quali l’architettura, le arti plastiche e le arti visive. Da non perdere.
Elfo Puccini Sala Shakespeare 5 e 6 ottobre ore 20